Siti non standard – Da Modificare!

8 Aprile 2006 - 2.791 Volte visto Nessun commento
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internetTempi duri per chi realizza siti ignorando gli standard ufficiali, quelli del W3C, e ricorrendo invece a funzioni gestite soltanto dal browser più diffuso, Internet Explorer. Come preannunciato a dicembre scorso, Microsoft deve infatti cambiare il modo in cui funziona Internet Explorer e avvisa che molti siti smetteranno improvvisamente di funzionare correttamente con IE se non vengono modificati per tempo.

Il cambiamento è dovuto ai contestati brevetti sul software: Microsoft è infatti coinvolta in una lite legale con la statunitense Eolas Technologies e la University of California a proposito del funzionamento di Internet Explorer con i controlli ActiveX, che secondo Eolas viola il suo brevetto USA numero 5838906.

La causa ha finora visto dare ragione a Eolas, assegnandole un risarcimento di 521 milioni di dollari. Microsoft ha fatto ricorso in appello, ma la causa sta andando male (l’Ufficio Brevetti USA ha confermato la validità del brevetto di Eolas), per cui Internet Explorer va cambiato.

Come previsto, i brevetti software fanno più danni alle grandi aziende che li hanno tanto voluti di quanti ne facciano al sofware libero.

Entro 60 giorni al massimo, riferisce Eweek, i gestori dei siti Web che usano controlli ActiveX, animazioni Flash e applet Java devono riscrivere i propri siti, altrimenti questi componenti richiederanno all’utente di essere attivati ogni volta, rendendone scomodissimo l’uso.

Le nuove regole, preannunciate sin da dicembre scorso e rese disponibili come download opzionale a fine febbraio 2006, entrano in vigore reversibilmente con la patch del prossimo 11 aprile e diventano permanenti ed obbligatorie a giugno 2006.

In pratica, chi ha gli aggiornamenti automatici di Windows e usa Internet Explorer si troverà improvvisamente incasinato il funzionamento di tutti i siti che non hanno provveduto per tempo a sistemarsi.

Lo spiegone di Microsoft è nel blog del Microsoft Security Response Center.

Categorie:Informatica, Open Source, Windows Tag:

Port25

7 Aprile 2006 - 1.413 Volte visto Nessun commento
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Microsoft finalmente si apre al mondo opensource creando un portale che raggruppa sviluppatori e utenti del mondo opensource per rendere le applicazioni più interroperabili?
Il link al sito è il seguente http://port25.technet.com/ , insomma il nuovo laboratorio di microsoft ha come primo obiettivo quello di migliorare il dialogo, appunto riferendosi alla porta 25 dei server di posta, tra Microsoft e gli utenti che utilizzano abitualmente ambienti composti sia da sistemi Windows che da sistemi Linux, a questi utenti microsoft intende fornire maggiore supporto rispetto al passato, rispondendo ai loro quesiti ed aiutandoli a migliorare la convivenza tra Windows e le piattaforme open source.

Categorie:Informatica, Linux, Open Source, Windows Tag:

Apple compie 30 anni

1 Aprile 2006 - 2.001 Volte visto Nessun commento
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apple

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Auguri Apple per i tuoi 30 anni!

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Categorie:Apple, Informatica Tag: ,

Aggiornamento WordPress

26 Marzo 2006 - 1.617 Volte visto Nessun commento
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Prime impressioni di questo wordpress 2.x sono ottime. Finalmente un editor di testo per scrivere i messaggi “decentemente”. Ottimo veramente, da provare.

Ho prefferrito aggiornare il tema di wordpress con la versione per WP 2 anche se la vecchia versione che avevo accuratamente tradotto andava benissimo. Ritornerò piano piano a tradurre nuovamente il sito nel tempo libero. Scusate per i disservizi.

Categorie:Informatica Tag: ,

GIMP PRINT – GUTENPRINT – EPSON C66 – TIGER

25 Marzo 2006 - 2.961 Volte visto Nessun commento
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Problemi con driver di stampanti che non si trovano per la vostra versione di sistema operativo?
Ecco la soluzione GUTENPRINT! Gimp print, è un pacchetto di driver per stampanti ed è sviluppato sia per Mac OSX che Linux. Io l’ho testato quando ho dovuto far funzionare una stampante EPSON C66 su “Tiger” e “Panther”, i driver inclusi sul cd erano solo per windows e sul sito EPSON non era contemplato il sistema operativo Mac. Un problema grosso!!
Un attimo di ricerca e scopro che un team sviluppa dei driver che utilizzano CUPS, il software è GPL e scaricabile su SourceForge. Finito di scaricare l’immagine ( versione 5.0.0 beta 2, purtroppo la stable 4,2 non ha i driver per la C66 ma la versione beta 2 non mi ha dato nessun problema ) e dopo averla installata faccio un test di stampa. Ecco finalmente la EPSON C66 comincia a fare il suo dovere…. Un ringraziamento sentito a questo team.

Internet in ITALIA è cosi libera come si dice?

28 Febbraio 2006 - 2.142 Volte visto Nessun commento
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A quanto sembra il governo italiano sta cercando in tutti i modi di mettere un freno ad internet, nel mondo del P2P e nel mondo delle scommesse on-line.
I Monopoli dello Stato lo avevano detto ed ora, grazie all’intervento normativo della Finanziaria, è stato fatto: il nostro paese è il primo nell’intero occidente democratico ad aver istituzionalizzato il web hijacking, odiosa pratica di sequestro dei siti web fin qui appannaggio di truffatori, cracker e phisher di varia natura. Uno dei 526 siti bloccati è questo:
1) SITO di giochi “illegali” bloccato;
Nel sito dell’amministrazione dei Monopoli può leggere tutti i siti bloccati e che verranno bloccati in futuro: MONOPOLI di STATO.
Non c’è altro modo per dirlo: l’Italia, obbligando provider e gestori di connessione ad agire in questo modo, ha intrapreso una via sulla quale fino ad oggi si erano avventurati soltanto regimi chiamti illiberali, un esempio tra tutti la Cina, l’Arabia Saudita, il Vietnam. Meno male che non siamo soli….

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I siti bloccati riportano la seguente dicitura:

“In applicazione del decreto dell’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato (AAMS) del 7 febbraio 2006, con il quale è stata data attuazione all’art.1, commi da 535 a 538, della Legge 23 dicembre 2005, n°266, disciplinanti l’offerta di giochi per via telematica, il sito richiesto non è più raggiungibile poiché sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per operare la raccolta di giochi in Italia.
L’elenco degli operatori autorizzati al gioco telematico è disponibile sul sito istituzionale www.aams.it .”
aams

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Nuova numerazione per il Dial-up di telecom

27 Febbraio 2006 - 1.796 Volte visto Nessun commento
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Per collegarsi ad Internet con il servizio dial-up di Telecom Italia (fino a 28 febbraio 2006 con la numerazione 701 0187 187, successivamente con la numerazione 702 0187 187).

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ATTENZIONE
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La vecchia numerazione (701.0187.187) rimarrà operativa, ma solo per l’offerta Alice 1 cent che, come molti sanno, non fornisce ADSL ma una dial-up a consumo.
Ricordatevi quindi di cambiare il numero per non trovarvi una bolletta salata utenti di teleconomy internet!

Categorie:News Tag:

Vuoi un computer o portatile senza windows o con linux preinstallato?

23 Febbraio 2006 - 1.639 Volte visto Nessun commento
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Ho scoperto un sito in cui vengono elencati i negozi che effettuano vendite di laptop, computer senza windows o con linux preinstallato.
Cosa interessante il link è il seguente www.linuxsi.com .

Cambi scheda madre e allora devi prendere una nuova licenza microsoft

23 Febbraio 2006 - 29.295 Volte visto Nessun commento
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“La licenza OEM Microsoft non permette di estendere la validità della copia legale di Windows ad una nuova scheda madre montata nel proprio sistema”.
Questo quanto dichiarato a riguardo da Microsoft:
“An upgrade of the motherboard is considered to result in a “new personal computer” to which Microsoft® OEM operating system software cannot be transferred from another computer. If the motherboard is upgraded or replaced for reasons other than a defect, then a new computer has been created and the license of new operating system software is required.”
L’aggiornamento di processore, memoria o scheda video, quindi, sono considerate operazioni che non invalidano la licenza d’uso del sistema operativo che è stata acquistata con il sistema OEM.
Il problema sta nel caso in cui la scheda madre si danneggi, se il prodotto è ancora in garanzia sarà lo stesso venditore OEM a sostituire la scheda madre con una uguale o similare, telefonando poi e fornendo alcuni dati sarà possibile continuare ad utilizzare la vecchia licenza OEM.
Nel caso in cui il pc sia scoperto da garanzia, si è costretti a comprare una nuova licenza in caso di rottura della scheda madre….. speriamo bene.
Altro caso è l’etichetta che viene attaccata al case e nel caso in cui si debba cambiare case. Microsoft autorizza una cosa del genere? Mi raccomando trattate bene il pc così da farlo durare tanto. Attenti ai fulmini…….

P.S. : mi è successo di cambiare una scheda madre danneggiata di un pc su cui era installata una versione di Xp Pro OEM e il pc mi ha chiesto solo una riattivazione. Devo considerare che la scheda madre aveva lo stesso chipset della precedente! :)

Razorback è stato sequestrato –eMule–

22 Febbraio 2006 - 1.811 Volte visto Nessun commento
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Il più famoso server di eMule è stato sequestrato. Dopo gli attacchi a WinMx ora tocca ad eMule…..
Leggendo in alcuni forum si segnala come ora sulla rete P2P siano presenti solo “Razorback fasulli”, ovvero server realizzati dalle forze dell’ordine per monitorare e raccogliere dati sul traffico. Anche per questo, e per la continua attività di monitoraggio delle reti, la notizia del sequestro ha suscitato anche un certo allarme negli utenti. Ma nessun dato personale era archiviato sui server Razorback, e questo perché, vista la quantità di utenti che vi accedono, conservare un log con gli IP degli accessi si sarebbe rivelata un’impresa titanica, oltreché costosa.
Sebbene la chiusura di quei server sia destinata ad impattare sul traffico eMule/eDonkey, gli utenti di questi sistemi, come fa notare P2Pforum.it, già da tempo e sempre più frequentemente ricorrono alla rete Kad, network decentralizzato basato sul protocollo P2P Kademlia.

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Italia, nuova mazzata su provider e utenti

20 Febbraio 2006 - 2.598 Volte visto Nessun commento
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E’ apparso in questi giorni un articolo sul sito PUNTO INFORMATICO e vi riporto integralmente il testo.

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Approvato dal Parlamento un recepimento omissivo della direttiva Frattini: i provider rischiano di pagare per le azioni dei propri utenti in qualità di… intermediari. ALCEI: una normativa più che pericolosa passata sotto silenzio.
Roma – C’è preoccupazione in rete per il recepimento italiano approvato con un singolare iter d’urgenza dal Parlamento a Camere sciolte, un provvedimento che secondo gli esperti che lo stanno esaminando mette in mezzo i provider riducendo ulteriormente gli spazi di libertà degli utenti italiani. Pone al centro la protezione della proprietà intellettuale, questa l’accusa che viene formulata in queste ore, senza curarsi di come funziona la rete e, dunque, schiacciando ancora una volta sotto normative di parte le promesse di sviluppo offerte da Internet.

Tutto questo nasce dal recepimento della direttiva Frattini sulla proprietà intellettuale (2004/48), che nella versione italiana subisce però particolarissime modifiche che offrono ai detentori dei diritti di proprietà intellettuale la possibilità di muoversi con ancora maggiore dinamismo sugli abusi che ritengono vengano commessi in rete.

Il decreto legislativo con cui viene recepita la direttiva non definisce con esattezza una serie di concetti fondamentali, dall’equiparazione della proprietà industriale con la proprietà intellettuale alla definizione di “intermediario” per chi presta servizi a chi viola la proprietà intellettuale: una vaghezza che, come sempre nella storia normativa italiana, si traduce in una conseguente incertezza del diritto. Le conseguenze sono potenzialmente enormi.

Ad allertare sulla criticità della normativa era stato nei giorni scorsi il solo senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, con una denuncia che viene ora rilanciata da ALCEI, l’associazione italiana che si batte per le libertà digitali. Secondo ALCEI il recepimento italiano è stato manipolato affinché le norme, pur non esplicitamente rivolte alla rete, siano applicabili a provider ed utenti. I primi, infatti, saranno costretti a “immolare” i propri abbonati, per dirla con le parole di ALCEI, per non subire pesanti richieste di risarcimento.

La manipolazione, secondo ALCEI, risulterebbe evidente tanto nella traduzione in italiano del testo originale della direttiva, quanto per l’omissione nel recepimento di una serie di disposizioni che riguardano doveri e responsabilità dei titolari dei diritti.

“Un esempio di uso strumentale degli errori di traduzione – spiega ALCEI in una nota diffusa nelle scorse ore – è la trasposizione dell’art. 6 della direttiva, che fissa le condizioni alle quali il giudice può concedere un provvedimento di urgenza in caso di violazioni. L’articolo in questione è intitolato nel testo portoghese prova, nel testo spagnolo pruebas, nel testo francesce preuves, nel testo tedesco beweise, e nel testo italiano elementi di prova. Ma il legislatore italiano ha preferito affidarsi al solo testo inglese che usa la parola evidence (che quando è definita circumstantial può essere intesa come indizio) per inserire nel testo del decreto legislativo il significato sbagliato. Così facendo è possibile ottenere provvedimenti di urgenza senza dover fornire troppe spiegazioni. C’è infatti una differenza sostanziale tra indizi e prove.

Ma la parte indubbiamente più preoccupante del recepimento per il futuro della rete italiana è quella che prende di mira gli intermediari, così considerati tutti coloro che, come accennato, prestano servizi a chi viola la proprietà intellettuale. Non solo quindi, ad esempio, un corriere espresso che trasporta merce contraffatta spedita da un proprio cliente ma anche, spiega ALCEI, un provider attraverso la cui rete vengano commessi degli illeciti. Un provvedimento che mette gli ISP in una situazione del tutto scomoda: per evitare pesanti sanzioni dovranno agire. Il problema è capire come, una questione su cui già nelle prossime ore le associazioni degli ISP italiani intendono intervenire. A Punto Informatico più di un operatore ha espresso vivissima preoccupazione per il futuro stesso della propria attività.

“Sarebbe stato necessario – sottolinea l’associazione – come peraltro si accenna nella direttiva, specificare che la norma si applica solo a chi volontariamente e consapevolmente mette a disposizione servizi internet per fini illeciti”.

Che il tutto sia un parto frettoloso e forse voluto dai “soliti noti”, come li definisce ALCEI, sembra dimostrato dal fatto che si tenti di utilizzare le normative sul diritto d’autore per regolamentare Internet. Soprattutto, lo si fa quando proprio la direttiva Frattini dichiara espressamente che non sono comprese nella direttiva né le questioni sul software né quelle sul diritto d’autore nella Società dell’informazione.

Siamo dunque, spiegano coloro che stanno esaminando ora il provvedimento, dinanzi ad un nuovo “recepimento all’italiana”, tanto più che la direttiva rimanda per le questioni relative alle nuove tecnologie ad un’altra direttiva, già recepita in Italia (decreto legislativo 68/03). Non solo, un altro decreto legislativo, il 70/2003, che recepisce un’ulteriore direttiva, già si occupa delle responsabilità dei provider.

Di interesse anche il fatto che nel testo italiano sia letteralmente scomparsa la parte della direttiva che consentiva a chi subiva ingiustamente un’azione dei titolari dei diritti di rivalersi e di chiedere i danni.

“È inevitabile il sospetto – conclude ALCEI – che tutte queste manipolazioni siano intese a favorire con poco comprensibile fretta ristretti e specifici interessi privati a danno continuo e sistematico di tutti i cittadini e delle imprese che tengono in piedi l’internet italiana. Si predica tanto su innovazione e sulla società dell’informazione, ma poi sono queste – ancora una volta – le assurde costrizioni che vengono imposte”.

Categorie:Informazioni Tag:
Guion Matteo
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